GR20 - Corsica 2017

Articolo pubblicato sull'annuario CAI LOVERE anno 2018 


GR20 – Agosto 2017 

“capretta camuna in trasferta in Corsica”

Pensieri sparsi, raccolti con un ordine vago...

Come mai ho deciso di andare a fare il GR20? La cosa è stata un po’ casuale… una amica che è andata in Corsica me ne ha parlato, poco dopo esce un numero di Meridiani Montagne dedicato al GR20 con l’articolo di Franco Michieli, lo compro e mi viene ancora di più la pulce nell’orecchio… (Meridiani Montagne Nr. 86 - “Corsica”).

Ci penso un po’, cerco informazioni in Internet, compro la guida (“Trekking the GR20 Corsica – The High Level Route” - Paddy Dillon – Ed. Cicerone) e decido di andare.

Ciò che mi lasciava più perplessa è che viene ovunque definito come “uno dei trekking più impegnativi d’Europa”… Ho creduto fino alla fine che fosse un modo per distogliere l’interesse di persone non abbastanza preparate e senza una idea completa sul cosa voglia dire andare in montagna, tuttavia non pensavo si potesse rivelare difficile o particolarmente impegnativo per noi che “veniamo dalle Alpi”. 



A posteriori, posso confermare che il GR20 Nord (prima parte) è impegnativo, non difficile ma impegnativo… nel senso si usano tanto le mani, alcuni tratti sono un po’ esposti e a volte si trovano meno catene di quelle che potremmo trovare sui percorsi a cui siamo abituati. 

Tuttavia se si cammina con la testa sulle spalle, niente di particolare…

Cosa altro si dice in rete? Ovunque, si legge che i rifugi sono pessimi, niente a paragonare con i rifugi italiani, quindi viene consigliato di portarsi la tenda anche perché non tutti i rifugi offrono la possibilità di pernottare. Cambia proprio la concezione del rifugio: se da noi è un posto accogliente e ospitale, lungo il GR20 i rifugi sono più dei punti d’appoggio finalizzati a non far sparpagliare i trekkers lungo il percorso ma farli dormire tutti nella stessa zona. O almeno, a me è sembrato così!

A volte ci sono camerate, altre volte solo posti per la tenda (posti, non piazzole! Non sempre ho dormito in piano…) con alcune tende Quechua lasciate montate per coloro che non ne hanno una propria, ma non si può sapere, quindi portarsi la propria tenda è pressoché indispensabile. 

Inoltre c’è la possibilità di mangiare qualcosa di caldo a volte al chiuso, a volte viene fornita la cena (fornita, non servita!) all’aperto, e altre volte ancora se si vuole mangiare si può comprare qualcosa e cucinarselo da soli con la cucina messa a disposizione… insomma… non ti fanno morire né di fame né di freddo ma siamo ben lontani dai rifugi accoglienti delle Alpi! Inoltre il gestore… gestisce! … ma non bisogna pensare di chiedere troppi consigli o un favore di troppo! Li ho trovati tendenzialmente scorbutici e frettolosi.

Diverse sono le Bergeries… Credo che siano posti nati come malghe e che poi sono diventate strutture alternative ai rifugi. In queste anche se i servizi offerti non raggiungono alti livelli, si trova almeno una figura di riferimento che è disponibile a fare due parole e a dare consigli.


Il GR20 è diviso secondo lo standard in 16 tappe, cioè sono 16 le tappe consigliate da quasi tutte le guide. Parte da Calenzana (Nord-Ovest) e arriva a Conca (Sud-Est). A mezzavia si trova Vizzavona, che divide il GR in Nord e Sud. 

Dislivello totale positivo circa 12000 metri su circa 180 km, che non sarebbe neanche tantissimo se non fosse per i tratti un po’ impegnativi che ho citato sopra nei quali si va proprio un po’ lenti...e poi lo zaino non è dei più leggeri (il mio variava dai 10 ai 12 kg a seconda di cibo e acqua). 

Io l’ho percorso da Nord a Sud, la direzione più frequente, in 9,5 giorni.

Temevo di incontrare troppe persone essendo andata a cavallo di Ferragosto ma mi è andata bene. Si incontrava sempre qualcuno con cui parlare ma senza rischio di intralcio sul sentiero. 

Why alone?” “Why not?” - E come mai ho deciso di andare da sola? Condividere le esperienze è sicuramente positivo, ma chi dice che bisogna condividerle con qualcuno che parte e arriva con noi? Si può condividere un viaggio con le persone che si incontrano lungo il percorso, si può condividere al rientro con i propri racconti, approfittando del tempo da soli per stare con sé stessi. 

Camminare da soli per me è proprio rilassante, spesso meno faticoso perché si può seguire completamente il proprio ritmo. Tuttavia sul GR20 non si è mai veramente da soli: si incontra sempre qualcuno con cui chiacchierare a fine giornata e condividere la tappa. E così ho fatto… Sono partita da sola, ma già sul traghetto avevo incontrato dei ragazzi con cui ho camminato durante la prima tappa (vedi foto). Dal giorno successivo il mio standard era camminare da sola e incontrare facce nuove la sera ai rifugi o durante le pause. E così ho conosciuto anche parecchie persone, chissà che qualcuna di loro accolga il mio invito e venga davvero a fare il “Sentiero N°1” la prossima estate!

Purtoppo, non ho abbastanza spazio per raccontare qualcosa di ogni tappa, ma posso pur sempre aggiungere...

la tappa più emozionante: N°5 – tratto da Bergeries d’U Vallone a Castel de Vergio. Si parte da un torrente limpidissimo e da sogno che passa proprio accanto alla Bergeries, quindi si sale nel bosco fino alla Bocca di Foggiale dove si ha una vista su una vallata ampissima (fermarsi al Refuge de Ciottulu di i Mori merita… mi dispiace non aver visto tramonto e alba da qui, io ho fatto solo una pausa di mezz’oretta). E poi giù sul fondovalle, dove scorre “le Golu”, un altro torrente con piscine naturali fantastiche: bagno obbligatorio! Ma se passate di lì scegliete bene dove fermarvi perché i punti invitanti per una pausa sono davvero tanti! (vedi foto)

la tappa più impegnativa: N° 2+3, soprattutto se vengono fatte insieme come ha fatto la sottoscritta! Sicuramente sono belle tappe, sulle creste (vedi foto) ma come dicevo prima un su e giù continuo aiutandosi con le mani, zaino pesante, si va lenti e bisogna stare attenti.

la tappa più rilassante: N° 10+11: da Vizzavona alla Bocca di Verdi. Esclusa la salita mattutina alla Bocca Palmentu, i dislivelli successivi non sono significativi e si cammina per parecchio tempo su un sentiero in quota nel bosco. Se fosse tutto così il GR20 sarebbe noioso, ma 2 tappe ci stanno… rilassanti!

la tappa più noiosa: Non c’è!!!


Per concludere… è una trekking che consiglio veramente!

Si adatta a diversi tipi di vacanza, con una tappa al giorno si ha molto tempo per rilassarsi; facendo le tappe due a due diventa anche fisicamente più impegnativo. 

La parte più bella è il GR20 Nord (da Calenzana a Vizzavona), quindi la consiglio maggiormente; e aggiungo che mi piacerebbe rifarla un giorno... 

Se qualcuno fosse interessato e volesse maggiori informazioni sono a disposizione!